giovedì 16 febbraio 2012

Una bella giornata

Bene, si tratta di un piccolo e insignificante racconto noir, ma ci tenevo a pubblicarlo nel blog.


C'è la città chiamata Los Angeles 
anche se nessuno riesce a vedere 
che cosa possa averci a che fare con gli angeli.
 ~ Jack Kerouac


Quando parli di Los Angeles, la gente immagina sempre Marilyn Monroe e Angelina Jolie.

Ricordano Hollywood, i negozi di Rodeo Drive, i motori rombanti di auto costose.
la spiaggia di Malibù, le luci troppo forti che illuminano la notte.
Nessuno pensa mai alla Los Angeles  sfortunata, alla parte che con gli angeli ha ben poco a che fare.
Il vicolo che stava percorrendo l’uomo, faceva parte di quel mondo dimenticato.
Portava un giaccone pesante, infeltrito, scuro, nonostante nel vicolo facesse un caldo infernale.
Camminava velocemente, portando i piedi, stretti in scarpe consunte, uno davanti all’altro, in linea retta.
Era ben piazzato, le spalle aperte e larghe. 
Il volto aveva un’espressione accigliata, la barba era stata rasata da poco, e gli occhi puntavano verso terra.
Sembravano stanchi, troppo.
Sembrava più grande della sua età, ma, osservandolo, i tratti del viso erano ancora morbidi, fanciulleschi. 
Un ragazzo sui vent’anni, forse.
Alzò piano la testa; era arrivato alla meta.
Aprì la porta a vetro dinanzi a lui ed entrò nel locale, un piccolo pub gestito da un immigrato irlandese.
Il posto era umido e sudicio. Puzza di piscio e birra, pensò il giovane. Ma non gli importava.
Si sedette ad un tavolino laccato di vernice verde.
Gli occhi iniziarono a scrutarsi intorno, con irrequietezza febbrile, e si fermarono su una figura minuta.
L’aveva trovata.
Fissò a lungo la ragazza; se la ricordava calda e morbida, come crema. Dolce e bollente.
Lavorava ancora come cameriera, ma il suo turno scadeva presto, verso mezzanotte.
Il ragazzo aveva in programma di attendere pazientemente, ordinando due birre ghiacciate.
Non aveva ancora finito la prima quando la giovane prese la giacca lilla ed uscì dal locale.
La seguì. Camminarono a lungo, fra le stradine contorte di quell’angolo di città, fin quando la bottiglia di birra che il ragazzo aveva continuato a bere lungo il tragitto, rotolò a terra, spaccandosi.
Si voltò, la piccola donna, gli occhi aperti in maniera artificiosa, sorpresi.
-Daniel, sei tu?- Lo riconobbe,scandendo il suo nome in un sussurro.- Quando sei tornato? Io..io … sei ancora infuriato?- quanta ingenuità in quelle parole, quanta. Sorrise, Daniel, avvicinandosi alla ragazza. Era un ghigno di vittoria, quello dipinto sul suo volto.
- Non ti preoccupare. Sono venuto a salutarti. Prima della tua partenza.-
-No, Dan, ti sei informato male. Non vado da nessuna parte.-
-Sei  sicura?-. Le sue mani, grosse,  aggredirono il collo pallido della donna. 
Lo sguardo di lei ora, era carico di paura. Terrore puro. 
Ma era troppo veloce, forte, e lei non poteva scapppare.
Lui spinse. Strinse con tutte le sue forze, più forte, sempre più forte, mentre il viso della vittima si contorceva.
Voleva vederla dibattersi, supplicare aria, supplicare lui. Sentì nelle sue man una nuova forza, un poter assoluto. Sì, era un Dio, lo era sempre stato , anche se Lei non se n’era mai accorta.
L’aveva lasciato perché voleva di più. Non era abbastanza. Abbastanza bello, abbastanza ricco, abbastanza intelligente. Voleva fare l’attrice, e Los Angeles era il luogo giusto per poter sfondare. Per essere come Marilyn, la “Zucchero candito” di “ A qualcuno piace caldo”.  Perché questo è il primo nome che viene in mente, quando pensi alla città. 
Aveva dato amore, troppo amore, e in cambio gli avevano dato solo merda. Merda e dolore. Quello che provava ogni volta che vedeva coppie felici, o famiglie unite. Perché lui non avrebbe mai potuto avere niente di questo.
Non avrebbe mai vissuto la bella vita della Los Angeles per bene. 
Solo sangue, buio, sofferenza. Lacrime. 
Merda.
In un lasso di tempo troppo breve, penso Daniel,  il capo della donna si reclinò all’indietro. Morta.
La prese in braccio, chiudendole gli occhi. Iniziò a camminare per la strada, calmo, finalmente, un sorriso quieto sul volto.
Era quasi l’alba.
Un vecchio  mattiniero li vide. Guarda quel giovane innamorato, che rientra a casa scortando la sua bella addormentata. Inarcò gli angoli della bocca all’insù. 
Era bello l’amore.
Quella sarebbe stata una bella giornata.


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