lunedì 28 novembre 2011

Left ~ George

 ... Addio mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito. Tutto quel che c'era io l'ho visto, guardando te. 
E sono stata ovunque, stando con te. 
E' una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. 
Ma è così. Me la porterò dietro, e sarà il mio segreto più bello.
~Alessandro Baricco


Pioveva, ormai da ore. Forse giorni, il ragazzo non ricordava bene.
Non rammentava nemmeno il motivo per cui si fosse messo ad osservare le gocce lente che scivolavano lungo il vetro appannato. Forse per ignorare quelle, calde e salate, che scivolavano lungo le guance pallide con estenuante calma.
Con lo scopo di distrarsi dal dolore di un cuore ferito, martoriato, straziato, a metà.
Per  far finta di non sentire i singhiozzi che crescevano dal petto e, bruciando, si facevano  strada su per la gola.
George chiuse gli occhi, gettando la testa indietro  e sospirò – Mi dispiace Fred, stavolta non ce la faccio ad andare a sinistra…

Pioveva, ormai da ore. Forse giorni, il bambino non ricordava bene.
No, non spaventatevi, non era incominciato il Diluvio Universale, solo che  il nostro protagonista era piuttosto melodrammatico.
Non rammentava nemmeno il motivo per cui si fosse messo ad osservare le gocce lente che scivolavano lungo il vetro appannato.
Ma che poteva farci,  non c’era niente di meglio con cui impegnare il tempo in quelle condizioni, e con Mamma apprensiva in quella maniera.
Stufo però della sua amorfa condizione, il bimbo dai capelli rossi provò ad alzarsi, riuscendo a mettersi in piedi, ma sentendosi gli arti molli quasi quanto gli orribili sufflè di quella lontana zia Muriel,  fu costretto a rigettarsi sul letto, che cigolò, scricchiolante.
Per le mutande di Merlino, quanto odiava essere malato, pensò George tastando la superficie del comò alla ricerca del fazzoletto, mentre il materasso molleggiava ancora.
Soffiandosi il naso il piccolo iniziò ad elencare tutti  i difetti del buscarsi l’influenza, primo fa tutti il fatto che il simpatico malanno gli aveva impedito di andare con papà e gli altri a casa di zio Albert in Scozia, dove, a quanto pareva, non c’era una nuvola.
Immaginate la bellezza di giocare a Quidditch volando sopra le distese immacolate e verdissime e  gli specchi d’acqua rilucenti al sole!
Che fortunati i fratelli, non se ne rendevano conto e come li invidiava, continuò a pensare andando sempre più incontro alle braccia di Morfeo e accomodandosi sul cuscino.
Oltre all’invidia per lo spasso a lui negato, la cosa che più stava facendo arrabbiare George era che quello stupido del fratello gemello lo aveva abbandonato al suo infausto destino (che volete farci, è tragicamente teatrale…) e  così borbottando scivolò nel sonno.

George, George!- Il bambino aprì gli occhi, maledicendo lo sconosciuto e tentando di mettere a fuoco.
Vide un faccino uguale al suo, con tanto di occhi azzurri e efelidi, sogghignargli in faccia.
-Santa Morgana, ma cosa ci fai tu qui?- domandò sbalordito a Fred, che nel frattempo si era seduto sulla branda.
-Sono venuto a farti compagnia, ovvio. Guarda, ti lascio da solo nemmeno due giorni e al posto di un fratello mi ritrovo un’ameba. Ma ti rendi conto che avevi la casa tutta per te, con libero accesso addirittura alla camera di Charlie, e non ne hai approfittato? Dovresti imparare a guardare il lato positivo delle cose.
 E ora muoviti, che dobbiamo escogitare qualche scherzo a Percy, in Scozia è stato davvero daaaavero assillante. –
George rise e assunse una posizione seduta, con la schiena appoggiata alla testiera del letto – Grazie Fred-
-Di niente…ah, zio dice when nothing goes right.. go left.

Nessun commento:

Posta un commento