Per chiunque non se ne sia reso conto, infatti, "l'enciclopedia libera" ha rischiato di non poter più fornire il servizio con cui è stata creata, offrire sapere gratuito, neutrale e libero ai migliaia di utenti che l'hanno utilizzata negli ultimi 10 anni.
Tutto questo a causa del comma 29 che, recita:
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica,
le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le
stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità
della notizia cui si riferiscono.»
Inoltre, i contenuti degli articoli ritenuti "offensivi" e "diffamatori" possono essere ritenuti tali dal diretto interessato, senza l'intervento di un giudice terzo; ciò significa, dunque, che possono essere colpiti come Wikipedia anche testate giornalistiche on-line, forum e qualsiasi blog.
Ma frena un attimo... ma un tempo non c'era una certa Dichiarazione dei diritti fondamentali dell'uomo?
E non c'era un certo articolo 27 secondo cui, testualmente :
«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»
E allora perchè, diavolo, se siamo in un paese che si considera libero e democratico, non si possono toccare certi argomenti, o parlare di determinati personaggi solo per non avere rogne?
Ma tu vuoi vedere che alla fine non siamo poi cos' lontani dalla dittatura che tanto disprezziamo e odiamo?
Non siamo forse ritornati a quella forma di censura ottenuta dopo continue lotte?
Le vittime della censura non sono soltanto i personaggi imbavagliati per evitare che parlino. Sono anche, e soprattutto, milioni di cittadini che non possono più sentire la loro voce per evitare che sappiano. (Marco Travaglio)
Nessun commento:
Posta un commento